Consiglio Pastorale

Concepimento

del Consiglio Pastorale Parrocchiale:

un atto di Amore

 

Domenica 12 gennaio 2014

Lo Spirito fa vivere la Chiesa di Cristo

 

Il primo elemento per impostare il Piano Pastorale

sono le persone,

con la loro storia di grazia e di peccato.

 

Il primo elemento non è dato

dal territorio, dall’organizzazione, dal sostegno alle strutture,

ai programmi, alle scadenze preordinate.

 

Il Piano Pastorale

non è una griglia,

non è un gabbia dove collocare la vita e l’azione delle persone.

 

Il RISCHIO sarebbe una forzatura:

si farebbe presa soltanto sulla generosità dei ‘buoni’,

costringendoli a rendersi disponibili in tutto il loro tempo libero,

ma lasciandoli poi soli per tutta l’altra parte della loro vita

(magari quella più vera).

 

Un atteggiamento diverso:

  • uno sguardo sulle persone e sulla loro storia
  • con il desiderio si far vivere la loro vita secondo il progetto di Dio,
  • valorizzando ciò che ciascuno è e vive,
  • affinché in ciascuno sia formato Cristo

fino alla maturità dell’uomo perfetto (Ef 4,13)

  • per giungere a dire : ‘Vivo io, ma non sono più io che vivo,

è Cristo che vive in me’ (Galati 2,20).

Risalta un elemento fondamentale

Tutto

mira a edificare la Chiesa

come luogo in cui si incontra e si sperimenta la Salvezza

compiuta in Cristo

e attuata qui ed ora nella potenza dello Spirito.

 

Evangelii nuntiandi

 

“Strati dell’umanità che si trasformano:

per la Chiesa non si tratta soltanto di annunciare il Vangelo

in fasce geografiche sempre più vaste

o a popolazioni sempre più estese,

ma anche

di raggiungere e quasi di sconvolgere

mediante la forza del Vangelo

  • i criteri di giudizio,
  • i valori determinanti,
  • i punti di interesse,
  • le linee di pensiero,
  • le fonti ispiratrici,
  • i modelli di vita dell’umanità,

che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno di salvezza”.

 

Cosa vuol dire: fare pastorale

Giovanni Paolo II, 12 settembre 1985

 

           “Molte volte sono stati gli stessi papi e vescovi

            i portatori di questa energia carismatica di riforma,

 

            altre volte lo Spirito ha voluto che fossero dei sacerdoti o dei laici

            iniziatori e fondatori di un’opera di rinascita ecclesiale,

 

            che ha permesso di vivere,

            attraverso il sorgere di comunità, di istituti, di associazioni, di movimenti,

                                l’appartenenza all’unica Chiesa

                                ed il servizio all’unico Signore”.

A partire da questa osservazione si può comprendere meglio cosa vuol dire per un pastore ‘fare pastorale’.

  1. A volte si intende l’organizzazione delle cose; e la vita ha bisogno di programmazione e di misura. Ma a volte sembra che ci si metta ad organizzare il vuoto della vita, le cose senza le persone.
  1. Invece, fare Pastorale significa proporre una vita nuova, che qui e ora viene resa possibile dall’Incontro con Cristo.

PIANO PASTORALE:

proporre luoghi ed occasioni,

e quindi

persone e realtà umane,

che rendano possibile l’incontro con Cristo,

principio e fattore di Vita Nuova.

 

*** permettere, favorire, suscitare l’ INCONTRO:

questo è il compito fondamentale del pastore e della pastorale.

 

Non solo l’intraprendenza del parroco e delle persone della comunità,

ma

  • la loro attenzione alla vita,
  • ai bisogni reali delle persone,
  • ai problemi suscitati dall’ambiente,

possono offrire occasioni preziose di incontro.

 

San Paolo ai cristiani di Corinto scrive:

“Sia che mangiate, sia che beviate,

sia che facciate qualunque altra cosa,

tutto fate in nome di Cristo”.

(1 Cor 10,31)

 

Guidare all’Unità

Il Consiglio Pastorale

strumento di unità,

luogo reale di costruzione e di verifica della Comunione.

 

All’interno di questo luogo operativo si cercheranno momenti e iniziative per favorire l’unità delle persone insieme con l’azione missionaria nell’ambiente.

 

Ne potrà nascere l’indicazione di

  • momenti comuni di preghiera,
  • di catechesi,
  • di missione

che di fatto andranno a formare l’ossatura portante di quella comunità, il ‘minimo comune multiplo’ nel quale tutti si riconoscono e tutti camminano.

 

Si tratta di tenere insieme le energie

in modo non artificioso o puramente esteriore.

Questa Chiesa è una immagine della Trinità

e dell’unità che in Cristo mantengono la natura umana e divina,

senza che la natura umana svanisca in quella divina

e che la natura divina svanisca nella natura umana.

Soltanto allora è garantita la salvezza degli uomini.

 

 

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