XXIII Giornata Mondiale del Malato
DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA
UFFICIO STAMPA DELLA DIOCESI
Direttore Ufficio per le Comunicazioni Sociali: Don Giancarlo PALAZZI
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Comunicato stampa del 2 febbraio 2015
LA DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA
UNITALSI – Sottoscrizione di Civita Castellana
XXIII Giornata Mondiale del Malato
Sapientia cordis
“…Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo” (Gb 29, 15))
Mercoledì 11 febbraio 2015 – Città di Gallese (VT)
Duomo “S. Maria Assunta”
Programma della giornata:
Ore 14.30 – Ritrovo dei malati e dei fedeli presso il Duomo di S. Maria Assunta.
Ore 15.00 – Recita del Santo Rosario meditato.
Ore 15.30 – Concelebrazione della S. Messa presieduta da S. E. Mons. Romano Rossi.
Al termine della celebrazione breve processione dal Duomo alla Chiesa S. Agostino
e momento di condivisione e festa presso i locali di Piazza S. Maria (ex Cinema).
Sono invitati i membri delle associazioni ecclesiali, gli operatori sanitari, le Associazioni di Volontariato nel mondo della sanità,
i ministri straordinari della Comunione, i malati e i loro familiari che possono intervenire, tutti i fedeli che sentono il bisogno
di unirsi spiritualmente nella preghiera e nell’impegno quotidiano a favore di quanti soffrono nella malattia.
La Giornata mondiale del malato è un giorno di festa della Chiesa cattolica. Fu istituita il 13 maggio 1992 da papa S. Giovanni Paolo II. A partire dall’11 febbraio 1993, si celebra ogni anno la commemorazione della Madonna di Lourdes, per tutti i credenti è “un momento speciale di preghiera e di condivisione, di offerta della sofferenza”.
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DAL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO 2015
«…Quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo”! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un’assistenza continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e pesante. È relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringraziare. E tuttavia, che grande cammino di santificazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particolare sulla vicinanza del Signore, e si è anche di speciale sostegno alla missione della Chiesa…».
È importante educarci alla cultura del dono, che è la risposta a un Dio amore che trova il suo culmine e compimento solo quando, quanto ricevuto gratuitamente, lo doniamo con generosità ai fratelli bisognosi di attenzione e di aiuto concreto. Il fratello in difficoltà mette in difficoltà. La Chiesa non può andare oltre, come il sacerdote e il levita, ma deve farsi prossimo della sofferenza e delle nuove povertà: “Sapendo queste cose sarete beati se le metterete in pratica” (Gv 13, 17).
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