XXIV Giornata Mondiale del Malato

Unitalsi (1)

LA DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA

UNITALSI – Sottoscrizione di Civita Castellana

Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria:

«Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2, 6)

Giovedì 11 febbraio 2016 – Civita Castellana (VT)

 

Programma della giornata:

     Ore 14.30 – Ritrovo dei malati e dei fedeli presso Piazza Duomo.

     Ore 15.00 – Passaggio della Porta Santa e recita del Santo Rosario.

     Ore 15.30 – Concelebrazione della S. Messa presieduta da S. E. Mons. Romano Rossi.

                         Al termine della S. Messa ci sarà una breve processione mariana dalla Cattedrale

al portico della Curia Vescovile, dove la manifestazione si concluderà con la Benedizione dei presenti. A seguire ci sarà un momento di condivisione.

 

Il tema della sofferenza è sempre ben presente nella Chiesa,

così come l’esigenza di essere vicina a quanti sono nel dolore, del corpo o dell’anima.

 

Come logo della giornata del malato è stato scelto l’episodio delle nozze di Cana. È il Papa stesso a spiegare questo nesso: «La malattia, soprattutto quella grave, mette sempre in crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che scavano in profondità. Il primo momento può essere a volte di ribellione: perché è capitato proprio a me? Ci si potrebbe sentire disperati, pensare che tutto è perduto, che ormai niente ha più senso… In queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta la sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o le domande che ne derivano; ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il senso più profondo di ciò che stiamo vivendo; una chiave che ci aiuta a vedere come la malattia può essere la via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù, che cammina al nostro fianco, caricato della Croce. E questa chiave ce la consegna la Madre, Maria, esperta di questa via. Nelle nozze di Cana, Maria è la donna premurosa che si accorge di un problema molto importante per gli sposi: è finito il vino, simbolo della gioia della festa. Maria scopre la difficoltà, in un certo senso la fa sua e, con discrezione, agisce prontamente. Non rimane a guardare, e tanto meno si attarda ad esprimere giudizi, ma si rivolge a Gesù e gli presenta il problema così come è: «Non hanno vino» (Gv 2, 3). E quando Gesù le fa presente che non è ancora il momento per Lui di rivelarsi, dice ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

 

Sono invitati i membri delle associazioni ecclesiali, gli operatori sanitari, le Associazioni di Volontariato nel mondo della sanità, i ministri straordinari della Comunione, i malati e i loro familiari che possono intervenire, tutti i fedeli che sentono il bisogno di unirsi spiritualmente nella preghiera e nell’impegno quotidiano a favore di quanti soffrono nella malattia.

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